Nidil e Inca Cgil dedicano tempo e spazio ad ascoltare i ciclofattorini, vittime di infortuni, rapine e mancata fornitura di dpi da parte delle aziende; li informano sui loro diritti e li aiutano a ottenere la copertura Inail, in caso di incidente, prevista dal decreto del febbraio 2020 anche per chi ha un contratto di lavoro autonomo

A Palermo questa settimana dedicata alla sicurezza sul lavoro è l’occasione giusta, per il Nidil Cgil, per porre l'accento sui uno dei lavori più a rischio, quello dei ciclofattorini. Tra incidenti, rapine, furti, dispositivi di protezione latitanti e diritti spesso calpestati, questa colonna essenziale per l’economia da lockdown rischia, alla riapertura, di trovarsi peggio di prima della pandemia. Nonostante, dal febbraio del 2020, il nuovo regime assicurativo Inail copra i rider con contratto di lavoro autonomo contro gli infortuni (compreso l'infortunio in itinere) e le malattie professionali.

“Nella città di Palermo – ci racconta Andrea Gattuso, segretario generale del Nidil Cgil provinciale – i rider sono circa 500. Molti lavorano per le piattaforme più conosciute, alcuni per le diverse piattaforme locali. Dei loro problemi sappiamo spesso per il racconto degli stessi lavoratori. Quotidianamente ci sono incidenti, quelli più gravi balzano all’onore delle cronache, ma sono frequenti anche i piccoli incidenti in cui vengono coinvolte bici e moto dei fattorini e abbiamo saputo che spesso i lavoratori non sono a conoscenza del fatto che oltre alla copertura della polizza assicurativa hanno anche quella della polizza Inail per gli infortuni e che questo periodo in cui non possono lavorare è coperto dall’istituto per effetto del decreto varato a febbraio del 2020. Alcuni rider si sono rivolti a noi e siamo riusciti a fargli indennizzare l’assenza forzata dal lavoro”.

Un’occasione per parlare di sicurezza a 360 gradi. “Il tema lo stiamo affrontando anche sull’aspetto individuale oltre che su quello degli infortuni. Rapine, furti di moto, percosse, sono eventi all’ordine del giorno. Quindi – ci spiega Andrea Gattuso – abbiamo chiesto più volte anche al comune di trovare soluzioni per questo fenomeno, soprattutto la sera e nei peridi di coprifuoco. E poi c’è l’altro tema dei dpi nel quale le aziende sono carenti. Secondo il decreto 81 andrebbero forniti scarpe, giubbotto catarifrangente, giacca antipioggia, guanti. Una mancanza che registriamo anche sul fronte della protezione dal contagio da Covid: a parte rari casi, vengono distribuite solo mascherine di tessuto e latita la fornitura di gel igienizzante. Insomma, lo sportello invita i lavoratori a difendere i propri diritti, informandoli. Un lavoro nato grazie all’impegno degli operatori dell’Inca che mesi fa aveva aiutato una lavoratrice a ottenere la copertura Inail in seguito a un infortunio”.

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