L'Inca al lavoro per le regolarizzazioni
Nelle sedi dell’Inca Cgil, continua incessante il lavoro degli operatori al servizio di quanti vogliano fare domanda di regolarizzazione. Un provvedimento atteso che - come spiega Claudio Piccinini, del patronato della Cgil, in un video pubblicato su collettiva.it -, pur con tutti i limiti, resta comunque una risposta, un primo passo. “È dal 2011 che non si rinnovano i flussi per lavoro subordinato. L’ultima regolarizzazione è del 2012”. Dalla Flai alla Filcams, sono tante le categorie della Cgil che, insieme all’Inca, stanno parlando con i lavoratori e stanno cercando di aiutarli a sfruttare questa finestra.
Il provvedimento, inserito nel Decreto Rilancio, contempla la possibilità di emersione dei rapporti di lavoro irregolari. Lo scopo è quello di mettere in regola i lavoratori italiani, quelli comunitari e gli stranieri non comunitari in determinati ambiti di attività, quali l’assistenza alla persona, il lavoro domestico e l’agricoltura, che abbiano un rapporto di lavoro irregolare che deve avere avuto inizio prima del 19 maggio e deve risultare ancora in essere alla data di presentazione dell’istanza. A presentare l’istanza devono essere datori di lavoro italiani, comunitari o stranieri in possesso di carta di soggiorno, che intendono concludere un contratto con cittadini presenti sul territorio nazionale o dichiarare l’esistenza pregressa di un rapporto irregolare in corso con cittadini stranieri. Il lavoratore straniero da regolarizzare deve essere presente in Italia prima dell’8 marzo.
Regole complesse e stringenti che hanno avuto un impatto concreto nell’attività degli uffici del patronato, dove sono duemila le domande presentate, ma si moltiplicano gli appuntamenti già concordati con gli utenti. Il rapporto, mediamente, è di una domanda ogni cinque richieste di informazioni. Le file agli sportelli riguardano soprattutto colf e badanti, che coprono l’84 per cento delle pratiche aperte.
Un tema sul tavolo è quello dei richiedenti asilo, un vero paradosso. Perché questi migranti lavorano, ma non possono emergere in quanto temporaneamente – fino a conclusione del processo di riconoscimento, che potrebbe dare esito negativo – risultano regolari.
Tanto lavoro da fare e poco tempo per farlo (la scadenza, prorogata di recente, è fissata al 15 agosto). Aspettando le circolari dei ministeri competenti su costi per tributi, contributi e retribuzioni mancanti. Il consiglio resta quello di recarsi agli uffici dell’Inca Cgil per avere tutte le informazioni e l’aiuto che servono per portare a buon fine la procedura.
L'intervista di Claudio Piccinini in un video pubblicato su collettiva.it, al seguente indirizzo: https://www.collettiva.it/copertine/italia/2020/06/26/video/regolarizzazione_migranti_emersione_inca_cgil-156066/