Il pagamento della pensione di febbraio 2023 arriva puntuale il 1° del mese ma senza gli attesi aumenti, rimandati dall’INPS al rateo di marzo e dovuti alla perequazione automatica. Chi ha scelto l’accredito della pensione sul conto corrente troverà l’importo spettante accreditato in tale giorno, mentre chi ha scelto di ricevere la pensione in contanti dovrà recarsi presso gli uffici postali con il seguente calendario:

  • mercoledì 1 febbraio per i cognomi dalla A alla B;
  • giovedì 2 febbraio per i cognomi dalla C alla D;
  • venerdì 3 febbraio per i cognomi dalla E alla K;
  • sabato 4 febbraio (solo la mattina) per i cognomi dalla L alla O;
  • lunedì 6 febbraio per i cognomi dalla P alla R;
  • martedì 7 febbraio per i cognomi dalla S alla Z.

A partire dal 1° gennaio è scattato l’adeguamento dell’importo delle pensioni al costo della vita, basato sugli aggiornamenti ISTAT, attualmente stimato nella misura del 7,3% (tale valore sarà rivisto a fine anno ed eventualmente conguagliato). 

Tuttavia, la Manovra ha previsto che tali aumenti diminuiscano per gli assegni di importo superiore ai 2.100 euro secondo la seguente tabella:

  • fino a 4 volte il trattamento minimo – TM (circa 2.101,52 euro lordi al mese: 100% (aumento del 7,3%);
  • fino a 5 volte il TM (circa 2.625 euro lordi): 85% (aumento 6,2%);
  • tra 5 e 6 volte il TM (tra 2.625 e 3.150 euro lordi): 53% (aumento 3,8%);
  • tra 6 e 8 volte il TM (tra 3.150 e 4.200 euro lordi): 47% (aumento 3,4%);
  • tra 8 e 10 volte il TM (tra 4.200 e 5.250 lordi): 37% (aumento 2,7%);
  • oltre 10 volte il TM (oltre 5.250 euro lordi): 32% (aumento 2,3%).

Ci sono diverse categorie di pensionati che, oltre a non aver ancora ottenuto la perequazione (accreditata a gennaio 2023 soltanto per gli assegni fino a 4 volte il minimo INPS, mentre tutti gli altri la ricevono da marzo con gli arretrati)  potrebbero ricevere un cedolino pensione persino più basso a febbraio. È questo il caso di quei pensionati che avevano già ricevuto nell’ultimo trimestre del 2022 un anticipo della rivalutazione delle pensioni, pari al 2% di quanto sarebbe spettato da gennaio 2023. Si tratta dei titolari di pensioni inferiori ai 2.692 euro lordi ai quali ora viene scorporata dal cedolino pensione la quota di aumento che avevano già ottenuto, ricevendo quindi una pensione più bassa di quanto si aspettassero.

In questi casi nel cedolino pensione di febbraio è presente una dicitura di questo tipo “Differenza Imponibile PRQ. Anno X”, la quale indica che l’importo risulta ridotto a fronte della trattenuta effettuata sulle pensioni per conguaglio a debito di perequazione.

Nel cedolino di febbraio possono inoltre essere presenti eventuali conguagli IRPEF, nel caso in cui le ritenute 2022 siano state applicate in misura inferiore rispetto al dovuto su base annua (si tratta del conguaglio di gennaio rinviato a febbraio), nonché trattenute relative alle addizionali regionali e comunali relative al 2022, recuperate in 11 rate nell’anno successivo a quello a cui si riferiscono.

 fonte: pmi.it