Prendersi cura delle persone straniere ancor prima di trasferirsi nel nostro paese per aiutare una migrazione più consapevole. È con questo scopo che è nato il progetto Form@ nel 2017, su iniziativa dei Patronati, Acli, Inas, Inca e Ital, giunto alla sua seconda edizione, di cui si è celebrato l’evento conclusivo il 15 dicembre scorso a Roma.

Finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e integrazione dell’Unione europea e svoltosi sotto la vigilanza dei Ministeri del Lavoro e dell’Interno, come autorità responsabile, il progetto ha avuto l’ambizione di proporre un nuovo modello strutturato di integrazione e inclusione che facilitasse i ricongiungimenti familiari di coloro che hanno fatto domanda di nullaosta per l’Italia.

Forti dei risultati ottenuti nella prima edizione del progetto, quando ben oltre 3mila stranieri hanno seguito corsi di formazione pre-partenza, provenienti da 11 paesi, scelti sulla base di un’analisi dei flussi immigratori, la seconda edizione ha raggiunto analoghi risultati, pur scontando le restrizioni alla mobilità a causa della pandemia, che hanno indotto a ridurre il numero dei Paesi a cinque paesi: Albania, Senegal, Tunisia, Marocco ed Egitto.

Aree nelle quali sono stati realizzati tantissimi corsi di formazione per far conoscere l’Italia e le sue regole ancor prima di partire, facilitando in questo modo un clima di collaborazione e di fiducia, non sempre scontato. A ricordarlo è stato Michele Pagliaro, presidente dell’Inca, che pur sottolineando il valore dei risultati ottenuti con questo progetto, ha ricordato come ci sia ancora molta strada da fare affinché si sviluppi un clima positivo verso gli immigrati, di cui abbiamo estremo bisogno per contrastare la denatalità e l’invecchiamento della popolazione italiana. “Progetti come questo aiutano il percorso di costruzione di una vera e propria società multietnica”, ha spiegato nel suo intervento.

Sommando le numerose iniziative svolte già nella prima edizione del progetto Form@ e quelle di quest’ultima esperienza, otre 6mila sono le persone che hanno usufruito dei servizi gratuiti offerti dai Patronati. “Un risultato di cui andare orgogliosi – ha spiegato Giuseppe Peri, responsabile dell’Area estero Inca Cgil - e che ci auguriamo di poter ancora replicare, che tante altre edizioni”.

Una prospettiva per la quale si è già aperto qualche spiraglio. “La seconda edizione del progetto Form@ – ha detto Elisa Filippetti, della direzione Generale Immigrazione e Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro – dimostra l’importanza di dare continuità a questa esperienza, perché le reti si costruiscono nel tempo. Da parte della direzione c’è la volontà di capitalizzare ciò che è stato fatto. L’auspicio è di metterlo a sistema".