L’Inca in Cile ha mosso i primi passi nel marzo 1992, formalizzando l’insediamento legale e l’avvio del suo operato con una grande iniziativa di inaugurazione, a cui hanno partecipato numerose e importanti autorità del mondo politico, sociale, religioso e culturale cileno.
In quella stessa occasione, è intervenuto a dare il proprio supporto anche l’Ambasciatore italiano e i rappresentanti di un gran numero di organizzazioni della comunità italiana in Cile. Anche la stampa locale ha accolto positivamente l’iniziativa, proprio nel periodo in cui il Cile si avviava ad una apertura democratica mentre era ancora in vita il dittatore Pinochet, in un clima politico ancora molto teso. “Quando mi recai presso l’unico Patronato, che operava all’interno della parrocchia italiana, per portare l’invito alla cerimonia di inaugurazione della nostra sede – ricorda il responsabile Inca Cile, Coralis Rodriguez - la capoufficio mi avvertì, con una certa arroganza, che dovevo sapere che loro avevano alzato la bandiera italiana in saluto al colpo militare di Pinochet. ‘Ho capito, ne prendo atto’, riposi”.
Il primo ufficio a Santiago
Il primo e unico ufficio, con due soli operatori, venne aperto a Santiago, nel centro storico, a pochi passi dal palazzo della Presidenza del governo del Cile e dalla Centrale Unitaria dei Lavoratori cilena (CUT), proprio in un quartiere dove coesistono le grandi confederazioni di categorie sindacale e importanti università statali e private. Si tratta di una zona di confluenza delle manifestazioni sociali, politiche e culturali con uno strategico privilegio di vicinanza dei mezzi di locomozione pubblici: la Metro con le sue ben sette linee moderne sotterranee e con le sue connessioni per tutta la città di Santiago, gli autobus elettrici che attraversano a livello di superficie l’estesa capitale del Cile, le autostrade vicinissime che portano verso il Nord e Sud del paese. Un posto strategico, dunque, che permette il collegamento diretto con i quartieri piú alti economicamente e con i settori medi e popolari situati nei diversi comuni di Santiago.
Dalla parrocchia italiana all’Inca
All’inizio si rivolgevano a noi prevalentemente persone del ceto medio, che avevano lavorato in Italia per alcuni anni e desideravano ottenere informazioni circa la possibilità di ottenere una pensione: ex soldati e vedove per le pensioni di guerra, pensionati che avevano smesso di ricevere gli assegni pensionistici e necessitavano di avere una consulenza specifica per riottenerli, numerose erano le pratiche senza risposte, come quelle riguardanti i riscatti pagati con sacrificio, portate avanti senza alcun riscontro. In buona sostanza, si trattava di pratiche inoltrate attraverso l’unico patronato operante in Cile, le ACLI, sotto l’egida della parrocchia italiana, che all’epoca probabilmente non aveva ancora un legame concreto con la struttura italiana.
Già nel primo periodo si è verificato un esodo massiccio degli assistiti della parrocchia verso l’Inca. Molte persone, professionisti, intelettuali, commercianti, artisti, chiedevano informazioni sul loro diritto alla cittadinanza italiana, sui benefici previsti per cittadini italiani all’estero. Moltissime le richieste di informazioni riguardanti i temi più disparati: eredità, questioni legali di famiglia, traduzioni, ecc.
Un numero non indifferente di persone di origine italiana si rivolgeva all’Inca alla ricerca di una via per l’integrazione nella comunità dei nostri connazionali, dalla quale si sentivano esclusi, offesi e addirittura, a volte, cacciati via dal Consolato; molte erano le lamentele per il pessimo trattamento ricevuto dai funzionari e per la scarsa o inesistente informazione circa le richieste dei discendenti degli emigrati italiani in Cile.
Altrettanto importanti erano le domande di orientamento e di assistenza su un’ampia gamma di questioni riguardanti la protezione sociale, che hanno indotto l’Inca Cile a prendere contatto con le istituzioni locali preposte, per l’accesso alle prestazioni di welfare da parte dei nostri assistiti. Ad oggi, il Consolato italiano invia all’Inca coloro che hanno la necessità di sbrigare pratiche presso le istituzioni cilene. “Le persone avevano bisogno di essere accolte con rispetto, dignità e cordialità che erano inesistenti fino all’arrivo dell’Inca in Cile”, ricorda Rodriguez.
Grazie a questo impegno costante, l’accoglienza da parte delle autorità consolari è migliorata, nonostante i continui cambiamenti dei funzionari; non sono pochi, infatti, i funzionari consolari che oggi, giunti in prossimità della pensione, si rivolgono all’Inca per inoltrare la domanda.
A tutto questo non sono mancati corsi di lingua italiana gratuiti per soddisfare l’interesse di molte persone di imparare la lingua del nostro paese; numerose sono state anche le attività promosse dagli stessi assistiti, con il sostegno dell’Inca.
Molte persone venivano nella sede del patronato per sentirsi a casa in un’atmosfera italiana, per leggere giornali e riviste italiane e cilene. Spinti dall’entusiasmo, sono state avviate diverse attività sociali, come la spaghettata mensile in primavera ed estate, alla quale si è dovuto poi porre fine a causa dell’elevato numero di famiglie che accorrevano. Queste attività sono ancora ricordate con molto apprezzamento e simpatia.
Sulla spinta del sostegno e dell’interesse dei partecipanti, è stato messo a punto un programma di iniziative per commemorare date storiche come il 25 aprile, la liberazione, il 2 giugno, festa della Repubblica italiana, il 1° maggio, giornata internazionale dei lavoratori, l’8 marzo, Giornata delle Donne, alle cui manifestazioni l’Inca ha partecipato insieme alla Associazione di Donne Italo Cilene, con un bellissimo carro allestito con la figura classica della dea bendata, che porta una bilancia gigante a simboleggiare la giustizia.
Tuttora vengono organizzate conferenze su vari temi della cultura italiana, che sono accolte molto positivamente dalla comunità italiana in generale, considerando che precedentemente non era mai stata invitata dalle autorità italiane presenti in Cile. La necessità di accogliere numerose attività di consolidamento dell'identità culturale della comunità italiana, non legate all'attività specifica del Patronato Inca, ha portato su iniziativa della Presidente dell’Inca Cile, nel 2003, alla creazione della Fondazione “Insieme”, (Istituto Cileno Italiano di Educazione, Cultura ed Sviluppo Sociale, Insieme), che è riuscito a porsi, con le proprie forze e la propria indipendenza giuridica, come alleato del Patronato, rispondendo alle esigenze della comunità italiana con ampi ed importanti programmi di iniziative culturali, educative e sociali.
Il successo di questa iniziativa ha portato alla creazione di altre organizzazioni “Insieme” nei Paesi dell'America Latina, come Uruguay, Perù e Argentina, tutte vicine allo spirito dell'Inca.
Cosa è cambiato
Con il passare degli anni sono andate scomparendo le persone appartenenti alle prime emigrazioni, che, con una certa lungimiranza, avevano raggiunto qualche forma di previdenza relativa agli anni lavorati in patria ed erano riuscite ad ottenere il riscatto del periodo lavorato in Cile per poi avere la pensione italiana. Le generazioni successive invece hanno dovuto affrontare costi molto elevati per poter riscattare i periodi, il che ha fatto diminuire sempre di più l'accesso alla pratica pensionistica italiana.
Ai pensionati cileni di origine italiana viene fornita assistenza e orientamento per ottenere la pensione cilena, nonché consulenza per i benefici statali concessi ai cittadini per vari motivi: nel periodo di pandemia, in situazioni di emergenza, o per campagne sociali del governo cileno verso i settori socio-economici più depressi.
I nuovi emigrati italiani, per lo più giovani e professionisti, chiedono orientamento per le procedure di soggiorno e di lavoro. Altri chiedono il ritiro dei loro fondi pensione maturati in Cile per riscattare i periodi nel sistema pensionistico italiano. Da segnalare che la richiesta di pensioni italiane è diminuita a causa dell’elevato costo dei riscatti, per l’incertezza dei risultati e il lunghissimo tempo di attesa per ottenere risposta dell’Inps.
Il Patronato ha assunto un importante ruolo di guida all'interno della Comunità italiana e di collaborazione con il Com.It.Es, quale esperto di questioni pensionistiche, ma è anche chiamato a partecipare a diverse tematiche concernenti diritti e uguaglianza, che coinvolgono i cittadini in generale e che è giusto che abbiano voce in difesa di un'ampia cultura dei diritti che permetta di promuovere una società più giusta e tollerante.
Estratto dal libro "Tutele senza frontiere. Inca nel mondo", a cura di Lisa Bartoli e Edmondo Montali