Oltre 31mila sono i casi di mesotelioma maligno con diagnosi fino al 31 dicembre 2018, di cui 50% fra i residenti in Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna (56,7%). E'quanto emerge dal VII Rapporto del Registro nazionale dei mesoteliomi (ReNaM), realizzato dal Dimeila Inail in collaborazione con i Centri operativi regionali (Cor),  che riporta i risultati della sorveglianza epidemiologica dei casi di mesotelioma maligno rilevati dalla rete di ricerca attiva.

Dal Rapporto si rileva che l’età media per la diagnosi è di 70 anni, senza significative differenze di genere. Le modalità di esposizione sono state approfondite per 24.864 casi (78,8%) e, fra questi, il 69,1% presenta un’esposizione professionale (certa, probabile, possibile), il 5,1% familiare, il 4,3% ambientale, l’1,5% per un’attività di svago o hobby. Per il 20% dei casi l’esposizione è improbabile o ignota. La percentuale di casi di mesotelioma, quindi, per i quali l’analisi anamnestica ha rilevato un’esposizione ad amianto lavorativa, ambientale, familiare o a causa di attività ricreative è, sull’intero set di dati, pari all’80%.

Considerando l’intera finestra di osservazione (1993-2018) e i soli soggetti colpiti dalla malattia per motivo professionale, i settori di attività maggiormente coinvolti sono l’edilizia (16,2% del totale della casistica), la metalmeccanica (8,8%), il settore tessile (6,3%) e le attività dei cantieri navali sia di costruzione che di riparazione e manutenzione (7,4%). Il restante quadro è estremamente variegato e frazionato con la presenza di numerosi ambiti produttivi nei quali l’esposizione è avvenuta per la presenza del materiale nel luogo di lavoro e non per uso diretto.

Nell’ambito delle attività del ReNaM, la pubblicazione dei rapporti nazionali è accompagnata dalla produzione di specifici approfondimenti di ricerca. Recentemente è stata pubblicata un’analisi dei casi di mesotelioma con esposizione nel settore dell’edilizia. Lo studio evidenzia la necessità di mantenere elevato il livello di conoscenza della possibile presenza di amianto in edifici costruiti prima della messa al bando dell'amianto, che risale al 1992, in particolare per i lavoratori impegnati in attività di ristrutturazione o abbattimento.

Il Rapporto ReNaM