Consulta rinvia a Corte UE. Inca Cgil: sia risolutivo
“La decisione della Consulta di rivolgersi alla Corte di Giustizia Ue per stabilire se gli extracomunitari senza il permesso di soggiorno di lungo periodo abbiano diritto all’assegno di natalità e di maternità, rimanda a terzi ciò che pensiamo è già definito nella Carta Costituzionale”. Così l’Inca Cgil commenta la disposizione assunta ieri dalla Corte Costituzionale che, esaminando le questioni sollevate dalla Cassazione sulla disciplina dell’assegno di natalità e di quello di maternità, ha deciso di riunire e di sospendere i giudizi in corso rivolgendosi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, per stabilire la compatibilità con il diritto comunitario della norma che limita il riconoscimento delle prestazioni di welfare ai soli possessori di un permesso di lungo periodo, escludendo le persone extracomunitarie regolarmente presenti nel nostro paese con titoli di durata più breve.
“Nella udienza di ieri – riferisce una nota dell’Inca nazionale - i nostri legali hanno sostenuto e messo in evidenza quanto queste norme siano in contrasto con l’art.3 e l’art.31 della Carta Costituzionale. Questioni già sollevate in precedenza dalla Cassazione e frutto di una ampia serie di giudizi espressi, su nostra iniziativa, dai Tribunali sul territorio”.
“Ci auguriamo che questo ulteriore rinvio possa essere breve ed esaustivo – conclude l’Inca - e che consenta di giungere ad una decisione positiva per le famiglie che oggi subiscono un trattamento discriminatorio non potendo accedere alle prestazioni genitoriali riconosciute solamente a chi è titolare di permesso UE-SLP”.
D’altra parte il Patronato della Cgil, che si batte da anni nelle sedi giudiziarie per mettere fine a quella che considera un “atto ingiusto” ai danni di cittadini stranieri regolarmente presenti in Italia , continua ad ottenere importanti verdetti positivi. L’ultimo, in ordine di tempo risale al 2 luglio scorso, con il verdetto emesso dal Tribunale ordinario di Viterbo n. 1185/2019, che ha accolto un ricorso patrocinato dai legali di Inca e Cgil, con il conseguente riconoscimento del diritto di un cittadino extracomunitario, titolare di un permesso semplice, ad avere riconosciuto dal Comune l’Assegno previsto per i nuclei familiari numerosi, ordinandogli di “cessare la condotta discriminatoria”.