Essere informati della propria situazione previdenziale è un diritto. Un diritto di tutti i lavoratori e, più in generale, di ogni persona iscritta ad un regime di sicurezza sociale. Questo diritto implica di essere informati non soltanto delle regole generali del sistema pensionistico a cui si afferisce, ma più precisamente della propria situazione personale, passata, presente e – soprattutto – futura. E più precisamente del legame esistente tra lavoro, versamenti contributivi e importo della pensione. La parola “pensione” sta diventando, infatti, sempre più sinonimo d’incertezza. La crisi economica e finanziaria, con le politiche di austerità e con le riforme dei sistemi pensionistici, che in tutta Europa si sono susseguite a catena, non ha fatto che aggravare questa situazione e rendere l’incertezza più vasta e più profonda. Può essere utile allora, mentre 150 mila cittadini italiani stanno ricevendo la loro prima busta arancione, fare una rapida ricognizione di come gli altri paesi europei hanno affrontato la medesima questione prima di noi.
L’Inps nega il bonus bebè ai familiari di cittadini comunitari, ma l'Inca annuncia avvio contenzioso legale. Secondo una interpretazione restrittiva della norma, l’Istituto previdenziale avrebbe dato indicazione alle sedi territoriali di rigettare ogni richiesta in tal senso, subordinando il riconoscimento del diritto al beneficio, previsto dalla legge n. 190 del 23 dicembre 2014, al possesso della Carta di soggiorno per lungosoggiornanti.